Nel settore turistico italiano si muove una misura pensata per alleggerire uno dei costi più pesanti per le imprese: l’alloggio dei dipendenti. Dal 21 novembre 2025 è disponibile l’incentivo denominato Staff House, gestito da Invitalia su impulso del Ministero del Turismo. L’obiettivo è semplice e pratico: sostenere le spese correnti per i posti letto destinati ai lavoratori, favorendo così la tenuta di personale essenziale nelle stagioni di punta. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la misura non finanzia opere ma costi d’uso, quindi cambia il modo in cui le strutture pianificano il budget abitativo dei dipendenti.
A chi è rivolto il contributo e quali attività rientrano
Il contributo Staff House si rivolge alle imprese di tutte le dimensioni che, alla data di presentazione della domanda, risultino iscritte con almeno uno dei codici ATECO indicati nell’articolo 3, comma 1, del decreto ministeriale del 18 settembre 2025. Questo significa che strutture come hotel, bed and breakfast, campeggi, ristoranti e altre attività legate ai servizi di alloggio e ristorazione possono accedere alla misura, purché il codice risulti dal certificato camerale. Lo strumento è pensato per chi gestisce posti letto e necessita di soluzioni pratiche per ospitare il personale stagionale o stabile.
La norma non pone limiti alla tipologia giuridica dell’impresa: PMI e catene più grandi sono entrambe ammissibili se in possesso dei requisiti ATECO. Un fenomeno che in molti notano solo in certe stagioni è la competizione per le locazioni nelle località turistiche; il contributo mira a mitigare proprio questo effetto, rendendo più sostenibili i canoni per le imprese. Un dettaglio operativo riguarda la documentazione: il codice ATECO deve essere chiaramente riportato nel certificato camerale allegato alla domanda, insieme all’indicazione dei posti letto per i dipendenti.
Chi valuta i requisiti sono gli uffici tecnici di Invitalia, che verificano la corrispondenza tra attività dichiarata e codici ATECO. In molte province costiere la misura può fare la differenza per le imprese che dipendono fortemente da personale stagionale: permette una maggiore prevedibilità nella gestione delle risorse umane e riduce la rotazione del personale.

Come funziona il contributo, limiti e procedura di domanda
Il contributo ha la forma di un sostegno economico destinato a coprire le spese correnti per l’alloggio dei lavoratori. Ogni impresa può ottenere fino a 3.000 euro l’anno per ogni posto letto destinato ai dipendenti; la durata dell’agevolazione va da un minimo di 5 anni a un massimo di 10 anni, in base alle caratteristiche della domanda e alla valutazione di ammissibilità. È importante notare che il contributo è finalizzato alle spese di esercizio e non a interventi di ristrutturazione.
Per essere coperti, i canoni di locazione devono presentare una riduzione minima del 30% rispetto al valore medio di mercato: una condizione pensata per evitare speculazioni e per garantire un effettivo sgravio sui costi. Un dettaglio che molti sottovalutano è la necessità di documentare adeguatamente il confronto con i valori di mercato: occorre allegare elementi che dimostrino la riduzione concordata.
La presentazione della domanda avviene sulla piattaforma Invitalia tramite procedura valutativa a sportello, con valutazione in base all’ordine cronologico di arrivo. Le domande possono essere inoltrate nel periodo compreso tra il 21 novembre e il 19 dicembre 2025, con finestre orarie indicate dalla piattaforma. Per questo motivo, una preparazione puntuale della documentazione è imprescindibile: modulistica, certificato camerale con codici ATECO, contratti di locazione o accordi con i fornitori di alloggi vanno predisposti prima dell’apertura.
Un fenomeno che in molti notano nella pratica è la pressione sulle risorse amministrative delle imprese durante le finestre di apertura: predisporre file digitali chiari e conformi velocizza l’istruttoria. Infine, la gestione dei fondi e l’erogazione seguono le procedure operative di Invitalia, mentre il monitoraggio della riduzione dei canoni può prevedere verifiche a campione.
Impatto atteso sul settore turistico e considerazioni pratiche
La misura Staff House nasce per incidere su un nodo cruciale del settore turistico: la disponibilità e il costo degli alloggi per i lavoratori. Il contributo può aiutare le imprese a stabilizzare il personale, riducendo la rotazione stagionale e migliorando la qualità del servizio offerto ai clienti. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che, nelle località turistiche, la gestione degli alloggi per i dipendenti spesso richiede soluzioni complesse e costose; il sostegno diretto sui canoni può quindi alleggerire la pressione economica durante le stagioni di punta.
La prospettiva di un finanziamento fino a 10 anni rende la misura adatta a strategie di medio-lungo periodo: pianificare assunzioni, formazione e percorsi di carriera diventa più semplice quando il costo dell’alloggio è prevedibile. Tuttavia, la misura non è una bacchetta magica: la condizione della riduzione del 30% impone alle imprese di negoziare con i proprietari o di individuare fornitori che accettino condizioni agevolate. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’effetto sul mercato immobiliare locale: dove le risorse sono limitate, la domanda di alloggi a canone ridotto può aumentare, richiedendo coordinamento con enti locali.
In termini pratici, le imprese dovranno integrare il contributo nella contabilità operativa e prevedere controlli periodici per dimostrare la destinazione dei fondi. Un fenomeno che in molti rilevano è il valore indiretto della misura: oltre al beneficio economico diretto, la maggiore stabilità abitativa tende a migliorare la soddisfazione dei dipendenti, con ricadute positive su produttività e reputazione. Per molte aziende turistiche in Italia, soprattutto nelle aree costiere e montane, il contributo può rappresentare un elemento concreto di supporto nella fase di ripresa e di consolidamento.
