Una coppia rientra a casa con in braccio il neonato e, sul tavolo della cucina, scatole di pannolini e una lista di acquisti: carrozzina, latte in polvere, vestitini. Per molte famiglie italiane quelle prime spese pesano subito sul bilancio, e proprio per questo il Governo ha introdotto una misura destinata a sgravare almeno in parte il peso iniziale. In questi mesi è attiva la Carta per i nuovi nati, una soluzione pensata per sostenere le famiglie al momento dell’arrivo di un bambino e dare una risposta concreta alle esigenze dei primi mesi.
Che cos’è la carta e a chi spetta
La misura consiste in un contributo una tantum di 1.000 euro erogato tramite una card prepagata destinata alle famiglie con figli nati, adottati o affidati a partire dal 1° gennaio 2025. Non è un trasferimento in contanti, ma una carta elettronica che può essere spesa esclusivamente per beni e servizi ritenuti essenziali per il neonato: dai pannolini al latte specifico, dall’abbigliamento per i primi mesi alle forniture necessarie per la cura quotidiana.
La Carta è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2025 e si inserisce nel quadro delle misure a favore della famiglia, rimanendo compatibile con l’Assegno Unico Universale già erogato dall’INPS. Un dettaglio che molti sottovalutano: il beneficio si applica anche in caso di affidamento preadottivo e adozione, purché l’ingresso del minore nella famiglia sia avvenuto dopo la data di decorrenza prevista dalla norma.
La gestione pratica della Carta è affidata all’ente previdenziale: la disponibilità e le regole di spesa sono monitorate centralmente, e l’erogazione avviene nel rispetto delle risorse stanziate. In diverse città italiane chi vive la maternità o la paternità lo nota rapidamente, perché la Carta alleggerisce immediatamente il flusso di spese iniziali.

Come si richiede, requisiti e tempistiche
La domanda può essere presentata da uno dei due genitori, in alternativa, e deve essere inoltrata entro 120 giorni dalla nascita, dall’affido o dall’adozione del bambino. Sul piano documentale è necessario avere un ISEE per minorenni sotto i 40.000 euro o aver presentato la DSU in cui risulti il figlio beneficiario. L’assenza di questi requisiti impedisce l’accesso alla Carta; per questo vale la pena verificare la situazione ISEE prima di procedere.
L’INPS gestisce le pratiche seguendo l’ordine cronologico delle domande approvate e nei limiti delle risorse disponibili: non è quindi un meccanismo automatico per tutti, ma condizionato alla dotazione finanziaria. Dal mese di novembre l’Istituto ha inoltre attivato un servizio di notifica proattiva: chi ha dato consenso ai servizi proattivi nella propria area personale può ricevere una comunicazione via posta elettronica che invita alla presentazione della domanda per l’Assegno Unico e, se idoneo, per la Carta.
Un fenomeno che emerge osservando i flussi è la velocità con cui vengono inviate le prime richieste nelle settimane successive a nascite e adozioni: molte famiglie presentano la domanda non appena completata la DSU. Chi vive in città spesso segnala tempi di attesa variabili, a seconda del carico di pratiche e delle risorse regionali disponibili.
Come funziona la carta, cosa si può comprare e le novità per il 2026
La Carta per i nuovi nati funziona come una prepagata elettronica su cui viene caricato il contributo di 1.000 euro e che può essere spesa per una lista di prodotti e servizi selezionati: pannolini, latte speciale per neonati, passeggini di base, seggiolini omologati per la fascia d’età, oltre a servizi di supporto alla prima infanzia riconosciuti dalla normativa. L’uso è tracciato e limitato alle categorie previste, per evitare impieghi non coerenti con lo scopo della misura.
Il Governo ha confermato che la misura sarà attiva anche per il 2026, informazione che trova riscontro nel DPFP 2026-28 e nella bozza della Legge di Bilancio 2026: al momento le condizioni di accesso dovrebbero rimanere sostanzialmente invariate rispetto al 2025. Un aspetto che sfugge spesso a chi non segue la materia è la coesistenza della Carta con altri sostegni: la compatibilità con l’Assegno Unico permette di sommare i benefici, entro le regole specifiche di ciascuna prestazione.
La gestione da parte dell’INPS implica che l’erogazione finale dipenda dall’accoglimento della pratica e dalla disponibilità di stanziamenti. Per molte famiglie la conseguenza più immediata è una riduzione dello stress finanziario nei primi mesi: una scena che si ripete è la spesa mirata nei negozi per l’infanzia subito dopo l’attivazione della card. In futuro è probabile che si introducano chiarimenti operativi sulle categorie di spesa ammesse: fino ad allora, la Carta rimane uno strumento pratico e circoscritto per alleggerire i costi iniziali dell’arrivo di un bambino.
