Bonus Pubblicità 2025: come ottenere il maxi credito d’imposta con spot su radio e giornali

Bonus Pubblicità 2025: come ottenere il maxi credito d’imposta con spot su radio e giornali

Chiara Perrone

Novembre 27, 2025

Un cartellone, uno spot in radio, una pagina su un quotidiano: in molte redazioni e concessionarie pubblicitarie si avverte una ripresa degli investimenti tradizionali. Dietro a queste scelte non c’è solo la strategia commerciale, ma anche uno strumento fiscale che molte imprese valutano prima di pianificare la comunicazione. Si tratta del Bonus Pubblicità, un incentivo pensato per spingere le aziende a tornare sui canali offline. Lo scenario è concreto: per chi compra spazio su carta o frequenze radiofoniche c’è un vantaggio diretto in termini di credito d’imposta, un meccanismo che abbassa il costo netto della campagna. Chi lavora nelle agenzie lo conferma: non è una mancia, ma una leva che spesso decide la dimensione e la durata di una campagna locale o nazionale.

Come funziona il credito d’imposta

Il meccanismo è semplice nella logica, più articolato nella pratica. Le imprese che acquistano spazi pubblicitari su giornali e radio possono ottenere un rimborso sotto forma di credito d’imposta, che si calcola sulla base della spesa effettivamente sostenuta. In molti casi la percentuale riconosciuta arriva al 75% dell’investimento, mentre per le micro e piccole imprese è prevista una maggiorazione che porta la misura al 90%. Questo significa che, al netto dei limiti e delle regole tecniche, una quota consistente della spesa può rientrare nelle casse aziendali.

La platea dei beneficiari è ampia, ma non illimitata: gli investimenti devono essere effettuati entro finestre temporali stabilite e sotto un tetto massimo indicato dalle norme. Un dettaglio che molti sottovalutano è la necessità di una pianificazione precisa delle date di pubblicazione e dei contratti con i fornitori; senza questa documentazione puntuale il credito può diventare difficoltoso da ottenere. Lo schema, in sostanza, premia chi organizza la propria comunicazione con anticipo e cura i rapporti con le concessionarie e le testate.

Bonus Pubblicità 2025: come ottenere il maxi credito d’imposta con spot su radio e giornali
La parola “PUBBLICITÀ” stilizzata con un font a puntini, evocando la comunicazione tradizionale come radiofonia e carta stampata. – aquagarden.it

Requisiti e procedimento per presentare la domanda

Per accedere al beneficio è richiesta una serie di condizioni formali. L’impresa deve risultare attiva e regolarmente iscritta al Registro delle Imprese in Italia; le spese devono riguardare esclusivamente attività pubblicitarie su quotidiani, periodici e emittenti radiofoniche riconosciute. Inoltre, la normativa fissa un importo minimo d’investimento che varia nel corso dell’anno, requisito che va verificato prima di impostare la campagna.

La domanda si presenta tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, corredando la richiesta con la documentazione che attesta gli acquisti: contratti, ordini e soprattutto fatture o ricevute che specifichino i servizi erogati. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che le procedure telematiche richiedono tempi tecnici e attenzione alle scadenze; presentare moduli incompleti o fuori termine può precludere l’accesso al credito.

Nel corso dell’istruttoria, l’amministrazione verifica congruità e ammissibilità delle spese: conservare un archivio ordinato delle spese pubblicitarie e delle comunicazioni con i fornitori facilita l’iter. Un fenomeno che emerge da più operatori è la crescente richiesta di chiarimenti e supporto alle camere di commercio e agli ordini professionali, segno che la domanda è diffusa ma le regole richiedono attenzione.

Vantaggi concreti, esempi pratici e chiusura

Il beneficio non è soltanto contabile: il Bonus Pubblicità può cambiare la scala di una campagna. Per una piccola attività locale, finanziare uno spot radio e una pagina su un giornale comunale diventa più sostenibile e permette di raggiungere un pubblico fedele. Per un’azienda più strutturata, destinare una parte dell’investimento a testate nazionali aumenta la visibilità e la brand awareness, con un ritorno possibile in termini di clienti e fiducia nel marchio.

Un esempio pratico: un negozio che pianifica una promozione stagionale può ottenere un recupero significativo del costo pubblicitario, liberando risorse per attività complementari come logistica o sconti promozionali. Un dettaglio che molti non considerano è che il credito d’imposta non sostituisce la strategia: serve comunque una campagna mirata per trasformare la visibilità in vendite.

La misura favorisce la creatività e la programmazione degli investimenti, ma richiede competenza amministrativa per sfruttarla appieno. Alla fine, per chi opera in Italia la decisione di investire sui media tradizionali combina una valutazione economica e una scelta di audience: la fotografia che ne emerge è quella di imprese che rivedono la propria comunicazione, modulandola tra canali digitali e offline per ottenere risultati misurabili e sostenibili nel corso dell’anno.